In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». (Gv 14, 21-26)
Una grande promessa ci ha fatto Gesù: “pregherò il Padre mio perché mandi un altro consolatore: Il Paraclito”. Il primo consolatore è Gesù stesso, il quale venne per essere il nostro difensore. L’unico che poteva abbattere l’oscuro signore di questo mondo, accusatore per antonomasia. Dopo essere apparso come risorto per quaranta giorni, Gesù ascende al Padre e questi invia lo Spirito nelle vesti di difensore e consolatore, consigliere ammirabile e dolcissimo ospite dell’anima. Questo stato di inabitazione è permanente. In tal modo tra Dio Padre e i discepoli si instaura grazie alla mediazione del Figlio e dello Spirito Santo, una relazione intima di reciprocità: “Io sono nel Padre e voi in me e io in voi”, dice Gesù (Gv 14,20). La condizione di fondo è però espressa subitamente dal Salvatore: “Se mi amate” (Gv 14, 15) e lo ripete alla fine del brano: “Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14, 21). E’ l’amore di Gesù, con la sua immensa amabilità, che si dona sovrabbondante a chi Lo accoglie, che provoca la sequela incarnata nei comandamenti. Ma Gesù è il compimento della legge, perfezionata nella carità, che genera un umanesimo squisito, una pace accattivante e seducente, perché ti fa conoscere il Padre celeste che ti ama. Il problema fondamentale è che l’obbedienza viene dall’amore. Lasciamoci amare da Cristo, perché possa stare sempre con noi, con quella dolcezza superiore che rende splendida la vita.