Sabato, 5 luglio 2025

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».(Mt 9,14-17)


L’ influsso di una visione veterotestamentaria e perciò superata affligge anche i seguaci di Giovanni Battista che, nel brano evangelico di oggi, chiedono spiegazioni a Gesù a proposito del digiuno. Era tutt’altro che una cosa cattiva il digiuno che essi spesso facevano però nella loro testa permaneva la mentalità atavica del “do ut des”, cioè: io compio per Dio un’opera meritevole (in questo caso il digiuno) per cui Lui dovrà concedermi il Suo favore e farmi le grazie di cui io ho bisogno. 

Invece con Gesù ogni grazia è un dono, è gratis. Essendo Lui il redentore che riconcilierà col suo sangue la terra e il cielo, le grazie di Dio sono elargite gratuitamente e non devono essere intese come il risultato diretto di digiuni, elemosine o animali immolati. Infatti il vangelo di Giovanni dice: “questa è l’opera di Dio: credere in colui che Egli ha mandato” (Gv. 6, 29). 

I due esempi del tessuto grezzo e degli otri vecchi esprimono il concetto che, per capire ciò che Gesù è e compie, occorre una mentalità nuova, che sia in grado di comprendere le prospettive di sponsalità, di gratuità e di dono di sé che Egli instaura. Per fare un esempio un po’ più aggiornato si potrebbe dire: nessuno che oggi abbia un’automobile pensa di stendere sul pavimento del suo garage uno strato di paglia fresca e soffice prima di parcheggiarvela, affinché essa possa comodamente riposarvisi sopra. Quindi mentalità e concetti di quando si andava col cavallo o col mulo non sarebbero più adeguati nel tempo odierno in cui ci sposta in macchina. 

Per cui dopo la venuta di Gesù occorre disporci ad offrire a Dio un cuore sincero e ben disposto a mettere in pratica la sua parola, piuttosto che insistere su pratiche esteriori o devozioni ricorrenti ma praticate con un cuore chiuso.

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