Sabato, 10 maggio 2025

Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono”. Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: “Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre”. Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.  (Gv 6, 60-69)


In questo brano del Vangelo si assapora l’esito tragico della richiesta che fece Gesù a Cafarnao, quando chiese ai discepoli che andassero oltre il pane terreno che aveva appena moltiplicato assieme ai pesci, e accogliessero il nuovo pane del cielo: “Questa parola è dura”. E’ l’inizio tagliente di questa pagina evangelica. “Chi può ascoltarla?” Non si può sentire questa parola solo umanamente, perché ci invita ad andare oltre noi stessi. Oltre un semplice cibo da mangiare. E’ il monito stesso che fece Giosuè nell’assemblea di Sichem, quando chiese agli israeliti quali fossero le intenzioni del loro cuore. “Noi serviremo il Signore”, promettono gli israeliti. Giosuè e oggi Gesù stesso, ci mette in guardia: non confidate troppo nelle vostre capacità umane. Voi non sarete così bravi! Voi non siete in grado di servire Dio! Questa lezione sta nel libro di Giosuè (Gs 24,19-28). Ma …dobbiamo ancora impararla. Siamo di fronte ad un Dio, nella cui alleanza non siamo in grado di entrare semplicemente volontaristicamente. “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire dove era prima? E’ lo spirito che dà la vita. La carne non giova a nulla.” Non possiamo seguire il Signore semplicemente sulla base della carne. Questo è il problema. E’ una cosa molto più seria di quanto si possa pensare. Il papa Francesco lo ha spesso denunciato. Fare del cristianesimo qualcosa che si spiega con la carne, o fare del cristianesimo un pelagianesimo, cioè qualcosa di risolvibile con la sola struttura umana. 

Il cristianesimo non si spiega con al carne, infatti anche quella di Cristo verrà crocifissa e ogni amore, se è autentico, è chiamato a crocifiggersi, a lasciarsi crocifiggere dai bisogni del prossimo e dal perdono di cui l’altro ha bisogno di ricevere e dall’accoglienza di cui l’altro ha bisogno. Nessuno si può sposare, senza perdere la propria carne, per amore del coniuge, né puoi fare il sacerdote, pensare a tutte le esigenze che la Chiesa ha, senza perdere la tua carne, cioè di disobbedire alla tua carne. Noi siamo carnalmente, strutturalmente, fatti in orizzonte di autoconservazione. Le parole di Cristo non sono fatte per risolversi nella carne, perché sono spirito e vita. Se pensavamo di stare con il Signore per stare bene, abbiamo sbagliato signore. Lui è morto in croce. Noi seguiamo il Signore per entrare nella vita.

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