Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».(Gv 13,16-20)
Gesù venendo nel mondo ha obbedito a un piano mirabilmente progettato da prima che il mondo esistesse. Tutto è stato predisposto da Dio che ben conosceva le miserie e i difetti umani già prima che fosse avvenuto il peccato originale. Gesù è come un attore che entra nella scena del mondo per inserirsi in un attimo fuggente di storia, partecipando alle circostanze nefaste prodotte da quegli uomini di quel tempo e in quel momento, per trasformarle in occasione di salvezza universale.
Allo stesso tempo, ne approfitta per dare ai suoi contemporanei degli insegnamenti (“…il servo non è più grande del suo padrone…”) soprattutto di umiltà, in quanto il prossimo è anch’esso a immagine e somiglianza di Dio, anche quando è avverso, e ci si può vedere qualcosa di Lui. Quindi occorre sempre avere verso il nostro prossimo un atteggiamento di servizio. Il prossimo ci rappresenta Dio verso il quale noi siamo sempre e comunque debitori. E chi accoglie un cristiano è come se accogliesse Dio stesso.