Zelanti come san Francesco

Giovedì 18 maggio 2023. Papa Francesco rende omaggio al confratello gesuita san Francesco Saverio, che percorse l’Asia dall’India al Giappone, fermandosi alle soglie della Cina. Fu uno dei più grandi missionari di tutti i tempi.

di Michele Brambilla

Nell’udienza del 17 maggio Papa Francesco si sofferma sulla biografia di un suo grande confratello gesuita, san Francesco Saverio, dato che «ricordiamo che stiamo parlando della evangelizzazione, dello zelo apostolico, del portare avanti il nome di Gesù, e ci sono nella storia tante donne e uomini che hanno fatto questo in modo esemplare». Francisco Xavier «è considerato, alcuni dicono, il più grande missionario dei tempi moderni», ma il Papa elogia anche i tanti missionari che, nella nostra contemporaneità, continuano a sfidare ogni avversità per portare il Vangelo ad ogni creatura.

Infatti, «un missionario è grande quando va. E ci sono tanti, tanti, sacerdoti, laici, suore, che vanno nelle missioni, anche dall’Italia e tanti di voi. Io vedo, per esempio, quando mi presentano la storia di un sacerdote come candidato all’episcopato: ha passato dieci nella missione in tale luogo… questo è grande: uscire dalla patria per predicare il Vangelo. È lo zelo apostolico», appunto, che dovrebbe animare ogni battezzato. «San Francesco Saverio nasce in una famiglia nobile ma impoverita della Navarra, nel nord della Spagna, nel 1506. Va a studiare a Parigi – è un giovane mondano, intelligente, bravo. Lì incontra Ignazio di Loyola. Gli fa fare gli esercizi spirituali e cambia vita. E lui lascia tutta la sua carriera mondana per diventare missionario. Lui si fa gesuita, fa i voti. Poi diventa sacerdote, e va a evangelizzare, inviato in Oriente. In quel tempo i viaggi dei missionari in Oriente erano un invio verso mondi sconosciuti», ma lui ha come unico desiderio quello di condurre i popoli pagani a Cristo.

«In poco più di undici anni compirà un’opera straordinaria», che toccherà l’India (in particolare Goa), lo Sri Lanka, le Molucche, il Giappone e, nelle intenzioni, anche la Cina. «Un coraggio avevano questi santi missionari! Anche quelli di oggi, anche se non vanno in nave per tre mesi, vanno in aereo per 24 ore ma poi lì è lo stesso. Si deve mettere lì, e fare tanti chilometri, addentrarsi nelle foreste. E Saverio, nelle Molucche, mette in versi il catechismo nella lingua locale e insegna a cantare il catechismo, perché con il canto lo si apprende meglio», anticipando un metodo che diventerà tipico delle celebri riduzioni del Paraguay.

«Il grande sognatore, Saverio, in Giappone capisce che il Paese decisivo per la missione nell’Asia era un altro: la Cina», dato che «anche oggi la Cina è proprio un polo culturale, con una storia grande, una storia bellissima». San Francesco Saverio morirà prima di approdarvi, sull’isola di Sancian (confortato da un cinese, non manca di sottolineare il Pontefice), ma la Chiesa intera, ancora oggi, non demorde.

Il Papa evidenzia che «la sua attività intensissima è stata sempre unita alla preghiera, all’unione con Dio, mistica e contemplativa. Non lasciò la preghiera mai, perché sapeva che lì c’era la forza. Dovunque si trovava, aveva grande cura per i malati, i poveri e i bambini», ma non si limitava ad una carità materiale, perché «l’amore di Cristo è stato la forza che lo ha spinto sino ai confini più lontani, con fatiche e pericoli continui, superando insuccessi, delusioni e scoraggiamenti, anzi, dandogli consolazione e gioia nel seguirlo e servirlo fino alla fine».

«San Francesco Saverio che ha fatto questa cosa tanto grande, in tanta povertà, e con tanto coraggio, ci dia un po’ di questo zelo, di questo zelo per vivere il Vangelo e annunciare il Vangelo», prega il Santo Padre. «Ai tanti giovani oggi che hanno un po’ di inquietudine e non sanno che cosa fare con quella inquietudine, dico: guardate Francesco Saverio, guardate l’orizzonte del mondo, guardate i popoli in tanta necessità, guardate tanta gente che soffre, tanta gente che ha bisogno di Gesù. E andate, abbiate coraggio», perché evangelizzare gli altri è anche un modo per evangelizzare se stessi.

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