Venerdì 23 febbraio 2024

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!» (Matteo 5,20-26).
Dal monte delle Beatitudini, che si specchia sul lago di Galilea, Gesù ha scaraventato sei pietre, che hanno colpito pienamente il bersaglio del nostro perbenismo, delle nostre false sicurezze, delle nostre comode sistemazioni, dei nostri faticosi compromessi. Sei «ma» di una forza travolgente (cfr. Mt 5,21-48), che hanno sconvolto per sempre lo stato di cose precedente. Questi «ma» scandiscono il passaggio dall’Antico al Nuovo Testamento, e ancor più dal legalismo alla legge dell’Amore di Cristo. Non è infatti l’abolizione della Legge, ma la suprema perfezione, il compimento della Legge. «Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio.  Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore» (Mt 5,27-28). E gli uomini “perbene”, osservanti delle più insignificanti prescrizioni legali, convinti che per essere “puliti” basti lavarsi le mani prima di sedere a tavola, scoprono all’improvviso che anche i pensieri sporcano. Purtroppo spesso si diventa specialisti dell’autogiustificazione dei propri peccati. Il peccato originale lascia in noi la tendenza a queste alchimie. Così, ai sei «ma» di Cristo opponiamo i nostri “ma”. In Quaresima viene l’ora di metterci un po’ meno dalla parte della “ragionevolezza” miseramente umana, per metterci un po’ più dalla parte di Cristo. L’inizio richiede sforzo, ma a poco a poco, guardandoci allo specchio, vediamo che ci viene restituito il nostro vero volto: un volto cristiano.

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