Presi per mano

Lunedì 27 marzo 2023. La pagina di Lazzaro nel Vangelo di Giovanni, dice Papa Francesco, ci insegna che il Signore non ci abbandona neanche quando, umanamente, sembra non esserci più niente da fare. Proprio per questo plaude a coloro che, il 25 marzo, hanno rinnovato la propria consacrazione al Cuore immacolato di Maria

di Michele Brambilla

La risurrezione di Lazzaro, spiega Papa Francesco nell’Angelus del 26 marzo, «è l’ultimo dei miracoli di Gesù narrati prima della Pasqua». Lazzaro è un grande amico di Gesù, ma quando il Messia arriva a Betania egli si è già addormentato nella morte. La domanda delle sorelle di Lazzaro, Marta e Maria, è quella che noi tutti ci facciamo di fronte al dolore, specie se innocente: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto» (Gv 11,21). 

Come evidenzia il Papa, «il messaggio è chiaro: Gesù dà la vita anche quando sembra non esserci più speranza. Capita, a volte, di sentirsi senza speranza – a tutti è capitato questo –, oppure di incontrare persone che hanno smesso di sperare, amareggiate perché hanno vissuto cose brutte», come un lutto, una malattia o un’ingiustizia. «Sono momenti in cui la vita sembra un sepolcro chiuso: tutto è buio, intorno si vedono solo dolore e disperazione. Il miracolo di oggi ci dice che non è così, la fine non è questa, che in questi momenti non siamo soli, anzi che proprio in questi momenti Lui si fa più che mai vicino per ridarci vita», dice il Pontefice. 

Il Santo Padre sottolinea che «Gesù piange: il Vangelo dice che Gesù, davanti al sepolcro di Lazzaro ha pianto, e oggi Gesù piange con noi, come ha potuto piangere per Lazzaro: il Vangelo ripete due volte che si commosse (cfr vv. 33.38) e sottolinea che scoppiò in pianto (cfr v. 35). E al tempo stesso Gesù ci invita a non smettere di credere e di sperare, a non lasciarci schiacciare dai sentimenti negativi», perché accanto a noi c’è sempre Lui, che «si avvicina ai nostri sepolcri e dice a noi, come allora: “Togliete la pietra”». Secondo il Papa, questo significa «Togliete la pietra: il dolore, gli errori, anche i fallimenti, non nascondeteli dentro di voi, in una stanza buia e solitaria, chiusa. Togliete la pietra: tirate fuori tutto quello che c’è dentro. “Ah, mi dà vergogna”. Gettatelo in me con fiducia, dice il Signore, io non mi scandalizzo; gettatelo in me senza timore, perché io sono con voi, vi voglio bene e desidero che torniate a vivere. E, come a Lazzaro, ripete a ognuno di noi: Vieni fuori! Rialzati, riprendi il cammino, ritrova fiducia».

Possiamo chiedergli: «“Prendimi per mano”, e Lui ci prende per mano» assieme a sua Madre. Francesco, certo di essere stato obbedito quando ha chiesto a tutti di rinnovarla, ricorda che «ieri, solennità dell’Annunciazione, abbiamo rinnovato la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, nella certezza che solo la conversione dei cuori può aprire la strada che conduce alla pace. Continuiamo a pregare per il martoriato popolo ucraino», ma accenna anche al Perù, dove si cerca di instaurare il dialogo tra le parti in lotta. «E restiamo vicini anche ai terremotati della Turchia e della Siria. A loro è destinata la speciale raccolta di offerte che si svolge oggi in tutte le parrocchie d’Italia» su richiesta della CEI. Rimanendo in Italia, «rivolgo un saluto speciale alla delegazione dell’Aeronautica Militare Italiana, che celebra il centenario di fondazione. Formulo i miei auguri per questa ricorrenza e vi incoraggio ad operare sempre per la costruzione della giustizia e della pace».

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