Paraclito, cioè avvocato

Lunedì 15 maggio 2023. Lo Spirito Santo è soprattutto nostro avvocato di fronte al “grande accusatore” di tutti i cristiani

di Michele Brambilla

Come spiega Papa Francesco introducendo il Regina Coeli del 14 maggio, «il Vangelo di oggi, sesta domenica di Pasqua, ci parla dello Spirito Santo, che Gesù chiama Paraclito (cfr Gv 14,15-17). Paraclito è una parola che viene dal greco, che significa nello stesso tempo consolatore e avvocato. Lo Spirito Santo, cioè, non ci lascia soli mai, sta vicino a noi, come un avvocato che assiste l’imputato stando al suo fianco. E ci suggerisce come difenderci di fronte a chi ci accusa», ovvero il diavolo, il “grande accusatore” di tutte le opere che vengono da Dio.

«Riflettiamo su questi due aspetti: la sua vicinanza a noi e il suo aiuto contro chi ci accusa. La sua vicinanza: lo Spirito Santo, dice Gesù, “rimane presso di voi e sta in voi” (cfr v. 17). Non ci abbandona mai. Lo Spirito Santo vuole stare con noi» permanentemente, per questo riceviamo il Battesimo e la Cresima. «Rimane perché ci ama davvero: non fa finta di volerci bene per poi lasciarci soli nelle difficoltà. No, è leale, è trasparente, è autentico. Anzi, se ci troviamo nella prova, lo Spirito Santo ci consola, portandoci il perdono e la forza di Dio. E quando ci mette di fronte ai nostri sbagli e ci corregge, lo fa con gentilezza: nella sua voce che parla al cuore ci sono sempre il timbro della tenerezza e il calore dell’amore», mentre troppo spesso si è immaginato Dio come un giudice implacabile.

«Secondo aspetto, lo Spirito Paraclito è il nostro avvocato e ci difende. Ci difende di fronte a chi ci accusa: di fronte a noi stessi, quando non ci vogliamo bene e non ci perdoniamo, fino magari a dirci che siamo dei falliti e dei buoni a nulla; di fronte al mondo, che scarta chi non corrisponde ai suoi schemi e ai suoi modelli; di fronte al diavolo, che è per eccellenza l’“accusatore” e il divisore (cfr Ap 12,10) e fa di tutto per farci sentire incapaci e infelici», essendo omicida fin dal principio (Gv 8,44). «Di fronte a tutti questi pensieri accusatori, lo Spirito Santo ci suggerisce come rispondere. In che modo? Il Paraclito, dice Gesù, è Colui che “ci ricorda tutto ciò che Gesù ci ha detto” (cfr Gv 14,26). Egli ci ricorda, dunque, le parole del Vangelo, e così ci permette di rispondere al diavolo accusatore non con parole nostre, ma con le parole stesse del Signore. Soprattutto ci ricorda che Gesù parlava sempre del Padre che è nei cieli, ce lo ha fatto conoscere e ci ha rivelato il suo amore per noi, che siamo i suoi figli», pertanto non è lecito scoraggiarsi. L’amore indefettibile di Dio è, infatti, il principio cardine della Speranza teologale.

Speranza che bisogna saper spendere anche di fronte alle tragedie contemporanee: è in quest’ottica che il Papa ricorda che «in questi giorni abbiamo assistito di nuovo a scontri armati tra israeliani e palestinesi, nei quali hanno perso la vita persone innocenti, anche donne e bambini. Auspico che la tregua appena raggiunta diventi stabile, che le armi tacciano, perché con le armi non si otterrà mai la sicurezza e la stabilità, ma al contrario si continuerà a distruggere anche ogni speranza di pace». Parole che il Pontefice pronuncia pensando anche all’Ucraina, menzionata subito dopo, quando la ricorrenza, in Italia, della festa della mamma richiama spontaneamente la Madre di Dio e la consacrazione al suo Cuore immacolato.

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