In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». (Gv 6, 35-40)
La volontà di Dio è la risurrezione. Giobbe, sofferente, fissa lo sguardo verso la morte del suo corpo malato, ma non riesce ad arrendersi e parla del suo redentore che è vivo. “ Io vedrò Dio”. Non è una festa triste, quando un caro che muore. Illuminiamo tutta la realtà con la consolazione di Cristo.
Noi andiamo verso la risurrezione e i nostri cari sepolti al cimitero sono più avanti di noi. Hanno fatto un salto in avanti, per cui la morte diventa una soglia e non più un muro contro cui cancellarsi. Si varca una soglia e si entra nel luogo della mèta. Tale speranza connaturale all’uomo, si basa non su di noi. Sarebbe una speranza labile e facilmente cancellabile. La nostra vita è facilmente incrinabile, si spezza in un attimo. E’ facile farci soffrire e farci morire. Si fonda sulla proclamazione di Giobbe: “Eppure so, che il mio redentore è vivo”. Non basa la salvezza su di sé, né sul proprio merito. Sarebbe come credere poter di porre un atto umano che possa cancellare il grosso limite della morte. Gesù stesso afferma che c’è un piano di Dio sull’uomo: “Chiunque vede il figlio e crede in lui, abbia la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6, 40). Possiamo accogliere il piano divino, che è la potenza di Dio. E’ la vita oltre la morte. Questo è il piano di Dio. Per credere alla risurrezione, guardiamo al Padre celeste che risorge il figlio nella tomba e che in lui apre questa speranza a tutti noi. Il Padre celeste non ci ha chiamato alla vita per fallire. Ha capacità di rigenerarci e darci vita. Questo accade ogni giorno nella preghiera. Questo scioglie ogni nostra disperazione. Dire di sì, a questa proposta di Dio di salvarci. Dov’è il corpo di Cristo? Il nostro redentore è vivo ed è operante in direzione della vita. E’ un’apertura ad un oggi che garantisce ciò che accadrà dopo. Sperimento che Dio è risurrezione, costante, quotidiana, chiedendo tutte le mattine nel Padre Nostro, l’ultima delle sette domande di cui si compone la somma preghiera: “Liberaci dal male”.