In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità». (Gv 17, 11b-19)
L’amore del Salvatore è determinante per la nostra vita. E’ tanto forte quanto delicato, non è affatto invadente. Una deviazione dell’affettività umana è proteggere fino a creare una dipendenza totale, anziché edificare la persona affinché trovi la forza di affrontare il male e le prove che inevitabilmente la vita mette davanti. E la maniera di vivere l’azione salvifica di Gesù si compie in questo modo: “Consacrali nella verità. La tua parola è verità”.
Essere consacrati nella verità significa essere protetti dalla menzogna del mondo e questa è l’opera dello Spirito Santo in noi: “Vi insegnerà tutta la verità”. Questa unzione noi cristiani la riceviamo dalla Parola, e soprattutto dal Vangelo. Chi usa il Vangelo come criterio per vivere la propria vita può stare nel cuore del mondo senza la preoccupazione di esserne sopraffatto. Possiamo raccoglierci e vivere la vita del cuore, lasciando spazio all’ascolto, perché nella coscienza di un battezzato circola il buon consiglio divino. Rimanere immuni dalle logiche di egoismo, sopraffazione, violenza, possesso e molto altro è possibile solo se c’è qualcosa che ci immunizza da quello spirito del mondo che fa dire a Gesù parole durissime nei confronti di Pietro: “Vattene da me Satana, perché tu mi sei di scandalo poiché tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini”.
Un cristiano deve sempre chiedersi: “Padre, che cosa sto facendo? Corrispondo alla tua volontà?”. La questione è enormemente determinante perché riguarda la gioia di vivere, che viene da un’azione di grazia che supera l’intelletto umano. Per amore di questa realizzazione così seria, che è lo stato d’animo dei suoi figli, Gesù non ha nessuna remora a offrire se stesso: “per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità”.