Martedì 5 settembre 2023

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.  Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. (Lc 4,31-37)
Se ricordiamo quanto avviene nelle tentazioni nel deserto, Gesù si affida alla parola del Padre, risponde alle tentazioni fidandosi della parola in maniera molto semplice. Però, questo è quello che vince il nemico, è quello che vince lo spirito del male. Questo è il potere di Gesù; questa è la vera autorità, è il vero potere. La vera autorità non si impone in maniera autoritaria, perché se si impone in maniera autoritaria ha poca fiducia in sé, ha bisogno di appoggiarsi su altri strumenti di violenza per imporsi. Questa parola invece, è una parola semplice, efficace. Il senso vero dell’autorità è rendere gli altri autori della loro vita, delle loro scelte. Questa è la vera autorità. Non di chi si impone, non di chi domina, ma di chi rispetta a tal punto l’altro che lo vuole autore delle sue scelte. Anche per questo Gesù si allontana da Nazareth apparentemente con un insuccesso. Ma questo è un modo di giudicare secondo criteri molto umani. Gesù quello che doveva fare l’ha fatto. Il seme è stato gettato, quando sarà il suo tempo attecchirà, ma non c’è altro modo. Gesù nelle tentazioni ha vinto una volta per sempre la logica del nemico; la logica di chi si impone sugli altri. Gesù è abitato dallo Spirito di Dio e c’è questo uomo con uno spirito di demonio immondo. La lotta che Gesù ha vissuto nel deserto, quella battaglia che Gesù ha vinto nel deserto l’affronta in ogni ambito. Adesso non l’affronta più per sé, l’affronta e la vince anche per gli altri, per noi. Ma questo spirito è presente ovunque. E ovunque Gesù viene a portare la sua parola. Se nel deserto Gesù si è affidato alla parola del Padre, adesso siamo chiamati ad affidarci alla parola di Gesù. A far sì che questa parola possa trovare dimora in noi. Questa è la battaglia. Contro questo spirito immondo che è sempre presente, come è detto nella meditazione dei due vessilli di Sant’Ignazio quando si parla delle tentazioni. Questo spirito non tralascia nessuno e l’inganno di questo spirito, come ci insegna sempre Genesi 3, il primo inganno, è l’ingannarci su Dio. Questa è la grande menzogna, origine di ogni male; il presentarci un’immagine falsa di Dio. Quello che il serpente dice di Dio, in realtà lo sta dicendo di sé, solo che noi, come Adamo e come Eva, prendiamo quelle parole come vere. Per noi, allora, il Signore diventa il grande nemico, il grande nemico nostro, della nostra felicità, della nostra realizzazione, della nostra vita.    

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