In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». (Mt 7, 1-5)
Pretendere di guidare gli altri senza avere risolto, illuminato e redento i macroscopici problemi addosso a noi stessi. Voler guidare gli altri ed essere ciechi su sé stessi. Voler esaminare le minuzie altrui, mentre non ci si accorge della macroscopica trave del proprio occhio. Questa attitudine è legata ad una sconnessione tra i desideri profondi e santi e ciò che invece rimane ancora da eliminare dalla nostra vita interiore . Quando un uomo discute, emergono i propri difetti. I vasi del ceramista li mette alla prova la fornace; così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo. Il frutto dimostra come è coltivato un albero; così, non giudicare nessuno prima che abbia parlato. La parola rivela i pensieri del cuore. E’ il frutto che ci permette di capire con che cosa abbiamo a che fare. Non è tanto la finezza di ragionamento. Possiamo convincerci di tutto con sofismi e circonlocuzioni verbali assai elaborate ma se il frutto è la sterilità e non la fecondità, l’albero non è buono. Il frutto che è il parlare ha una radice, così come i nostri atti hanno una radice. Quanta gente si millanta per buona, sana e cristiana ma poi mormora, straparla, critica ed emette costantemente veleno e dice a destra e a manca come fare e pensare. Sembri tanto buono, ma come apri la bocca spargi veleno; una malizia di qui e illazione di là, fanno una forma di parlare che produce divisione e infecondità. Noi dobbiamo prenderci cura del nostro cuore. Cosa abbonda nel nostro cuore? Ci possono essere tante cose buone ma che non giustificano lasciare e tollerare tutta una pletora di porcherie. Questo diventa: giudizio avventato e frutti amari. Spesso tolleriamo nel nostro cuore radici ambigue e di amarezza. E’ bello prenderci cura molto seriamente della nostra limpidezza interiore. Spesso a valle della nostra esistenza, arrivano frutti infettati dalle radici errate con cui abbaio fatto compromessi. Ci si può prendere cura del proprio corpo, delle cose, strategie e attività, ma se non ci si prende cura del cuore tutto è inutile. Prima questa igiene cardiaca, altrimenti continuiamo a produrre frutti amari, pari a tutto il male che abbiamo dentro di noi. La purificazione del cuore e dei pensieri è un processo di ampio respiro che dura la vita intera in una progressione continua di verità, pace e libertà.