Lunedì 12 febbraio 2024

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva (Marco 8, 11-13).
È una serata festosa. C’è una famosa personalità del mondo della canzone che tiene un concerto sul palco di un grande teatro. Lancia un’occhiata al direttore dell’orchestra e si sono già intesi: gli farà un cenno quando sarà il momento di inserirsi. Un segno, generalmente, è un gesto d’intesa: è molto rassicurante per chi deve intervenire in diretta. Qualche volta può anche essere un miracolo. I farisei, al tempo di Cristo, volevano solo un segno portentoso dal cielo. Lo scrittore fiammingo Felix Timmermans (1886-1947), autore dei racconti Il parroco della vigna fiorita Salmo contadino, descrive in un racconto la mentalità di una donna zitella, in perenne attesa di un uomo che le chieda la mano. Non lo aspetta per dire di sì e poi sposarsi, ma per poterlo rifiutare, per sentirsi così potente e forte, una vera gran dama, che, tutta presa dalla sua bellezza, si permette un’ampia selezione di spasimanti. Molti hanno lo stesso atteggiamento tragicomico nei confronti della Rivelazione divina, che in fin dei conti ritengono sia solo un cibo per deboli. Come se esistesse qualcuno forte contro la morte! Ragion per cui si cercano cose fuori del comune, portentose, solo perché ci si possa mostrare superiori e rifiutare le meraviglie di Dio. Così si persevera nell’incredulità, addirittura motivandola con l’esercizio della propria forza personale. Per questo motivo Cristo dice ai farisei: «A questa generazione non sarà dato alcun segno».

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