Il seme nascosto

Domenica 16 luglio 2023. Genitori, giovani e preti devono essere seminatori instancabili della Parola. Il ricordo del bombardamento del quartiere di S. Lorenzo, nel 1943, richiama il dramma dell’Ucraina

di Michele Brambilla

Come spiega Papa Francesco introducendo l’Angelus del 16 luglio, «oggi il Vangelo ci presenta la parabola del seminatore (cfr Mt 13,1-23). Quella della “semina” è un’immagine molto bella, e Gesù la usa per descrivere il dono della sua Parola». «Dunque, se la Parola è il seme, noi siamo il terreno: possiamo riceverla oppure no», come evidenzia la diversa resa dei terreni descritti nella parabola, «però Gesù, “buon seminatore”, non si stanca di seminarla con generosità»: al cattolico è richiesta la medesima costanza nel seminare e nel pregare.

Il Pontefice guarda soprattutto all’esempio dei genitori, dato che «essi seminano il bene e la fede nei figli, e sono chiamati a farlo senza scoraggiarsi se a volte questi sembrano non capirli e non apprezzare i loro insegnamenti, o se la mentalità del mondo “rema contro”. Il seme buono resta, questo è ciò che conta, e attecchirà a tempo opportuno. Ma se, cedendo alla sfiducia, rinunciano a seminare e lasciano i figli in balia delle mode e del cellulare, senza dedicare loro tempo, senza educarli, allora il terreno fertile si riempirà di erbacce».

«Guardiamo poi ai giovani: anche loro possono seminare il Vangelo nei solchi della quotidianità. Ad esempio con la preghiera: è un piccolo seme che non si vede, ma con il quale si affida a Gesù tutto quello che si vive», nella gioia e nelle difficoltà. «Abbiamo visto i genitori, abbiamo visto i giovani; adesso vediamo i seminatori di Vangelo, molti bravi sacerdoti, religiosi e laici impegnati nell’annuncio, che vivono e predicano la Parola di Dio spesso senza registrare successi immediati. Non dimentichiamo mai, quando annunciamo la Parola, che anche dove sembra non succeda nulla, in realtà lo Spirito Santo è all’opera e il regno di Dio sta già crescendo, attraverso e oltre i nostri sforzi», ricorda il Santo Padre.

Genitori, giovani e sacerdoti: non manca nessuno della gerarchia ecclesiale. Tutti chiamati a far fruttare il seme buono del Vangelo secondo il proprio carisma e il proprio stato nel mondo. Il Papa, Successore di Pietro, ha anche lui il dovere di rendere testimonianza alla Verità. Ecco allora che «voglio ricordare che ottant’anni fa, il 19 luglio 1943, alcuni quartieri di Roma, specialmente San Lorenzo, furono bombardati, e il Papa, il Venerabile Pio XII, volle recarsi in mezzo al popolo sconvolto», pregando con la folla e distribuendo aiuti. «Purtroppo anche oggi queste tragedie si ripetono. Com’è possibile? Abbiamo perso la memoria? Il Signore abbia pietà di noi e liberi la famiglia umana dal flagello della guerra. In particolare preghiamo per il caro popolo ucraino», insiste Francesco.

«Desidero salutare e ringraziare tutte le parrocchie che in questo periodo svolgono attività estive con i bambini e i ragazzi», come sta accadendo anche nell’oratorio organizzato nei Giardini vaticani, tra i più apprezzati nella Capitale, sottolinea il Pontefice. In queste settimane di luglio l’udienza generale è sospesa: i ragazzi dell’oratorio vaticano sono così liberi di scorrazzare per la fresca Aula Nervi, giocando a calcio ai piedi del palco papale.

Comments are closed.