Giovedì 12 ottobre 2023

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». (Lc 11,5-13)
Nella logica si usa ogni tanto il metodo detto “forza dell’opinione contraria”, che pone appunto in luce quanto sia sbagliata la posizione contraria a quella proposta. Un prigioniero tornava a casa dal campo di concentramento dove era stato internato per anni, essendo nel bisogno, lungo la strada bussò ad una casa per chiedere qualcosa. Gli risposero che non avevano nulla. Ma poi si sentirono dire che anche le guardie carcerarie erano in grado di dare un po’ di aiuto, allora si diedero da fare per dargli quanto gli era indispensabile per il viaggio. Mossi da quest’affermazione si sentirono toccati e non volevano essere da meno dei secondini.  Nella così detta “parabola dell’insistenza”, c’è qualcosa di simile. Non era semplice nelle case dell’antico Israele alzarsi di notte per prendere un pane, perché la casa era composta di una sola stanza e tutti i famigliari dormivano distesi per terra sopra a delle stuoie. Alzarsi, comportava dover svegliare tutta la famiglia. Ma l’insistenza accorata scioglie i cuori più duri. Dio non può certo essere meno misericordioso. Nel Medio Evo spagnolo c’era il così detto spirito cavalleresco, cioè il desiderio di mostrarsi sempre superiori, nelle battaglie ma anche nella generosità. Il cavaliere dava sempre di più agli altri. Per questo sant’Ignazio chiamava Dio cavaliere: in tutte le occasioni è Lui che dà sempre più di tutti.   

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