Sabato 28 gennaio 2023

In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: “Passiamo all’altra riva”. E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”. Si destò, minacciò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: “Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?”. (Mc 4, 35-41)


Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva

L’immagine di Cristo che dorme in mezzo alla tempesta è il simbolo della nostra desolazione. Quando nella nostra vita le forze del male infieriscono su di noi, ci sembra che Dio sia lontano, indifferente, dormiente. Nei salmi troviamo spesso l’invocazione: “Signore svegliati!” Si tratta evidentemente di un antropomorfismo: Dio non può dormire, piuttosto si addormenta la nostra fede in Lui. Sono momenti di grande prova spirituale. Siamo tentati di considerare come l’unica realtà ciò che vediamo e sentiamo, e irreale ciò che esula dalla nostra coscienza e capacità psicologica. Ma Dio, la sua grazia, la sua forza, superano tutta la conoscenza umana, la nostra psicologia, i nostri sentimenti. Perciò talvolta abbiamo l’impressione che Dio sia assente, che Cristo dorma, e Lo incitiamo a svegliarsi. In questi casi la cosa da fare è pregare, dice sant’Agostino, perché si risvegli la nostra fede in Lui che sempre veglia su di noi.

Di fronte all’uomo che grida: “Non ce la faccio più”, il Signore gli va incontro, offre la roccia del suo amore, a cui ognuno può aggrapparsi sicuro di non cadere. Quante volte noi sentiamo di non farcela più! Ma Lui è accanto a noi con la mano tesa e il cuore aperto.
I nostri antenati sapevano bene cosa vuol dire “roccia”, cosa vuol dire “solidità”. Ne dà una bella testimonianza il poeta Nino Costa:

Diritti e sinceri, quel che sono appaiono:
teste quadre, polso fermo e fegato sano,
parlano poco ma sanno quel che dicono,
anche se camminano adagio, vanno lontano.
Gente che non risparmia tempo e sudore
-razza nostrana libera e testarda –
Tutto il mondo conosce chi sono
E, quando passano…….tutto il mondo li guarda.

(cfr. T. Spidlik – Il vangelo di ogni giorno – Vol III – Ed Lipa – p. 53)
(Papa Francesco – Il cammino della speranza – Ed Castelvecchi – p. 60-61)

Comments are closed.