Venerdì 3 maggio 2024

In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò» (Giovanni 14,6-14).


Gesù rivela il mistero della sua meta. Non va verso un luogo imprecisato, ma va verso un Persona: «Io vado al Padre». È un luogo accessibile anche per i discepoli. Mediante l’unica via che è Gesù, torniamo alla Casa del Padre, che non è uno sconosciuto. I discepoli lo hanno contemplato nel volto del Figlio: «Chi ha visto me, ha visto il Padre». Gesù sana il turbamento dei discepoli e garantisce loro il ritorno nel Regno di Dio, ma lascia anche una bella feritoia, un bel bagliore di luce da cui scorgere il luogo della vittoria finale. La Bellezza è osservare l’invisibile eterno vivente. La bellezza, oltre ad essere una festa per gli occhi, nutre l’intelletto senza sforzo ragionato. È dunque consequenziale il sorgere di una poetica della fede.

Il teologo svizzero Hans Urs von Balthasar (1905-1988) è autore di una grande opera teologica sull’estetica della fede. Il mondo occidentale razionalista e tecnico ha rovinato la bellezza. È incapace di vederla nel creato e quasi se ne vergogna. Ma non se ne può fare a meno, per cui se ne parla tanto. Infatti la lingua batte dove il dente duole, e oggi vediamo la bellezza prostituita in pessimo gusto. Quando il bene e il bello perdono forza di attrazione, sei tentato di esplorare gli abissi del peccato, del male e di Satana. Cadi nelle mani dell’oscuro signore di questo mondo. Le prove per mostrare la verità perdono il loro carattere attrattivo di bellezza. 

Traendo il mondo dal nulla, il Creatore compone la sua sinfonia in sei giorni. Al termine di ognuna delle sue creazioni, vide che era bello. La prima bellezza è dunque quella del Paradiso, cioè della creazione. Il peccato originale ha rovinato questa comunicazione di bellezza, ha opacizzato la medesima immagine. Tramite l’incarnazione, la bellezza di Dio ha squarciato le tenebre dell’errore. Dio non si è solo fatto sentire, ma si è mostrato! L’icona orientale è fondata su questa constatazione. Possiamo quindi conoscere Dio, mediante la bellezza. Vero, buono e bello sono sempre in simbiosi nella visione biblica. Se separi una dall’altra… queste sorelle si vendicano. Chi fa il broncio alla bellezza, come se fosse superflua, sicuramente non sarà più in grado di pregare, non trova più orientamento nel mondo.

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