Sabato 11 febbraio 2023

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: “Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano”. Gli risposero i suoi discepoli: “Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?”. Domandò loro: “Quanti pani avete?”. Dissero: “Sette”. Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. (Mc 8, 1-10)


Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino” (8,3). La folla segue il Rabbì di Nazaret, desiderosa di ascoltare la sua Parola, fino al punto da dimenticare tutto il resto. Anche il mangiare passa in secondo piano. Il racconto evangelico rimanda all’esperienza vissuta nel deserto, quando, a più riprese gli israeliti lamentavano la mancanza di cibo. Il Signore ascoltò il loro grido: “fece piovere su di loro la manna per cibo / e diede loro pane del cielo: / l’uomo mangiò il pane dei forti; /diede loro cibo in abbondanza” (Sal 78, 24-25). In questo caso, la gente non pretende nulla, anzi neppure chiede. È Gesù che si preoccupa per loro, non guarda la gente con l’indifferenza di un maestro che si limita a insegnare una dottrina; ma con la compassione di un padre che si preoccupa di non far mancare il pane ai suoi figli. Egli è davvero l’immagine del Padre celeste che accompagna con amore il cammino del suo popolo e non fa mancare l’essenziale. Anzi, dona con straordinaria abbondanza, come si evince dalle sette sporte avanzate (8,8).

L’evangelista annota che tutto questo avviene nel terzo giorno: “ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare” (8,2). Non è un dettaglio casuale. Anzi. Il terzo giorno è quello in cui Dio si manifesta sul monte Sinai (Es 19,11); è il giorno in cui il Figlio risorge da morte (Mc 8,31). Il miracolo dei pani rimanda dunque alla resurrezione e fa pensare alla mensa eucaristica in cui Dio stesso diventa per noi “Pane di vita”. Il miracolo dei pani è solo un episodio straordinario circoscritto nel tempo. L’ Eucaristia invece accompagna tutti i giorni della storia. Nutriti con questo Pane possiamo affrontare il cammino e le asperità della vita. Sapendo di poter contare sulla presenza provvidenziale di Dio, non abbiamo più nulla da temere.

(cfr. www.puntofamiglia.net)

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