Lunedì 15 aprile 2024

Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato» (Giovanni 6,22-29).


Continuiamo a celebrare, nella pienezza della gioia pasquale, Gesù risorto nel suo vero corpo, ormai per sempre nella gloria. Egli è il Vivente, il Signore della vita che ha eliminato il peccato e la morte che ne deriva, e desidera rendere tutti partecipi della sua pienezza di vita eterna. Il suo desiderio di renderci come lui si realizza nella partecipazione alla sua stessa morte e risurrezione.

Questa condivisione, per essere vera e reale, può avvenire unicamente mediante la piena unione di mente, cuore e sensi con Gesù, che realizza il suo sacrificio d’amore perfetto nella sua Pasqua di passione, morte e risurrezione. Nell’Ultima Cena, la sera prima di portare a compimento l’opera della redenzione universale, il Salvatore trovò il modo di associare tutti coloro che lo volessero all’offerta del suo Corpo e del suo Sangue istituendo l’Eucaristia, sacramento del sacrificio del mistero pasquale della nuova ed eterna alleanza.

La pagina evangelica della Santa Messa odierna ci mette in questa prospettiva. Da essa apprendiamo che Gesù conduce le folle, che sono sempre affannosamente sulle sue tracce, a cercare non semplicemente il cibo materiale, che avevano già ricevuto grazie alla sua moltiplicazione dei cinque pani e dei due pesci per i cinquemila, senza contare le donne e i bambini. Bisogna piuttosto mettere ogni impegno per procurarsi non il cibo che perisce, ma soprattutto quello che dura per la vita eterna, e che è lo stesso Figlio dell’uomo sul quale il Padre ha messo il suo sigillo, lo Spirito Santo, sin dall’Incarnazione.

Pertanto, continuiamo a celebrare nella Santa Messa, con rinnovata gioia, la risurrezione di Gesù. Diciamogli con piena apertura di mente e di cuore che confidiamo e crediamo in lui, curando di avere con lui un rapporto di amicizia personale e fedele. E se vogliamo essere sempre più sinceri con il Signore, promettiamogli che parleremo di lui là dove speriamo la maggior gloria di Dio, anche a chi, pur non chiedendocelo ancora, è pur sempre sulle sue tracce… come un tempo le folle. Buona nuova evangelizzazione!

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