Lui che guarda me

Domenica 30 ottobre 2022. Il Signore non si ferma davanti ai nostri errori, ma pensa sempre a cosa possiamo diventare se ci fidiamo di Lui

di Michele Brambilla

«Oggi, nella Liturgia, il Vangelo narra l’incontro tra Gesù e Zaccheo, capo dei pubblicani nella città di Gerico (Lc 19,1-10)», spiega Papa Francesco all’inizio dell’Angelus del 30 ottobre. «Al centro di questo racconto c’è il verbo cercare. Stiamo attenti: cercare», perché gli sguardi di Zaccheo e di Gesù si cercano a vicenda.

Il Papa si concentra sullo «sguardo di Zaccheo. Si tratta di un pubblicano, cioè uno di quegli ebrei che raccoglievano le tasse per conto dei dominatori romani – un traditore della patria – e approfittavano di questa loro posizione». Essendo piccolo di statura, sale su un sicomoro per vedere il Signore. Questo moto ascensionale permette di intuire l’ascesi interiore del pubblicano: «Zaccheo, nella sua bassezza, sente il bisogno di cercare un altro sguardo, quello di Cristo», il solo che può rialzare un peccatore. «Per favore, mai tutto è perduto, mai! Sempre possiamo fare spazio al desiderio di ricominciare, di ripartire, di convertirci», ripete il Pontefice.

Anche Cristo cerca Zaccheo, perché «Egli è stato inviato dal Padre a cercare chi si è perduto; e quando arriva a Gerico, passa proprio accanto all’albero dove sta Zaccheo. Il Vangelo narra che “Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”” (v. 5). È un’immagine molto bella, perché se Gesù deve alzare lo sguardo, significa che guarda Zaccheo dal basso. Questa è la storia della salvezza: Dio non ci ha guardato dall’alto per umiliarci e giudicarci, no; al contrario, si è abbassato fino a lavarci i piedi, guardandoci dal basso e restituendoci dignità», sottolinea il Santo Padre.

«Fratelli, sorelle, ricordiamoci questo: lo sguardo di Dio non si ferma mai al nostro passato pieno di errori, ma guarda con infinita fiducia a ciò che possiamo diventare. E se a volte ci sentiamo persone di bassa statura, non all’altezza delle sfide della vita e tanto meno del Vangelo, impantanati nei problemi e nei peccati, Gesù ci guarda sempre con amore», non perde mai la sua fiducia in noi. «Ricordiamoci che è lecito guardare una persona dall’alto in basso soltanto per aiutarla a sollevarsi», ammonisce ancora Francesco: «soltanto in questo [modo] è lecito guardare dall’alto in basso. Ma noi cristiani dobbiamo avere lo sguardo di Cristo, che abbraccia dal basso, che cerca chi è perduto, con compassione. Questo è, e dev’essere, lo sguardo della Chiesa, sempre, lo sguardo di Cristo, non lo sguardo condannatore».

Il Papa esprime cordoglio per le vittime dell’attentato islamico a Mogadiscio, in Somalia, dove sono esplose due autobombe causando più di 100 morti. Altrettanti i giovani travolti dalla folla, nelle stesse ore, a Seul, capitale della Corea del Sud, dove si stava svolgendo una festa di Halloween: anche per loro il Santo Padre ha parole di conforto, mentre invita a non dimenticare l’Ucraina.

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