Il Signore sopra l’abisso

Domenica 13 agosto 2023. Quando Gesù si mise a camminare sulle acque non intendeva dare spettacolo, ma dirci che ha posto i nostri nemici sotto i suoi piedi

di Michele Brambilla

«Oggi il Vangelo narra un particolare prodigio di Gesù: Egli, di notte, cammina sulle acque del lago di Galilea incontro ai discepoli che stanno compiendo la traversata in barca», spiega Papa Francesco per l’Angelus del 13 agosto. Gesù, precisa il Papa, non intendeva fare un miracolo spettacolare. Il suo agire sembra corrispondere ad una precisa volontà, ma «dietro al camminare sulle acque c’è un messaggio non immediato, un messaggio da cogliere per noi».

«A quel tempo, infatti, le grandi distese d’acqua erano ritenute sedi di forze maligne non dominabili dall’uomo; specialmente se agitati dalla tempesta gli abissi erano simbolo del caos e richiamavano le oscurità degli inferi. Ora, i discepoli si trovano nel mezzo del lago al buio: in loro c’è la paura di affondare», che diventa metafora della condizione umana quando soffiano venti contrari. «E qui arriva Gesù, che cammina sulle acque, cioè sopra le forze del male, Lui cammina sopra le forze del male e dice ai suoi: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”»: il male non ha mai l’ultima parola. 

«Ecco il senso del segno: le potenze maligne, che ci spaventano e non riusciamo a dominare, con Gesù vengono immediatamente ridimensionate. Lui, camminando sulle acque, vuole dirci: “Non avere paura, io metto sotto i piedi i tuoi nemici” – bel messaggio: “io metto sotto i piedi i tuoi nemici” –: non le persone», puntualizza Francesco. La citazione è biblica («Dice il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, affinché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi», recita infatti il  Sal 109,1) e il Santo Padre la completa specificando che i nostri nemici atavici sono «la morte, il peccato, il diavolo».

«Cristo oggi ripete a ciascuno di noi: “Coraggio, sono io, non avere paura!”. Coraggio, cioè, perché ci sono io, perché non sei più solo nelle acque agitate della vita», e infatti di fronte al pericolo «i discepoli invocano Gesù», ma, lo sappiamo, la tentazione di non fidarci è sempre in agguato, infatti «Pietro cammina un po’ sulle acque verso Gesù, ma poi si spaventa, affonda e allora grida: “Signore, salvami!”». Deduciamo da questo episodio che «Lui non ci preserva dalla fatica del navigare, anzi – il Vangelo lo sottolinea – spinge i suoi a partire: ci invita, cioè, ad affrontare le difficoltà, perché anch’esse diventino luoghi di salvezza, poiché Gesù le vince, diventino occasioni per incontrare Lui». Già nella Genesi si descriveva lo Spirito Santo aleggiante sulle acque e più volte nell’Antico Testamento si usa l’immagine dell’abisso, dove non si scorge la luce e non c’è alito di vita. Il Signore, però, è sempre descritto come Colui che sa rialzare chiunque è caduto.  

Preparandosi alla solennità del 15 agosto, «domani, vigilia della festa di Maria Santissima Assunta in Cielo, avrà luogo a Bafoussam, in Camerun, il pellegrinaggio per chiedere la pace nel Paese, ancora afflitto dalla violenza e dalla guerra. Uniamoci in preghiera ai nostri fratelli del Camerun affinché, per intercessione della Vergine, Dio sostenga la speranza del popolo, che soffre da anni» alla pari dell’Ucraina, citata subito dopo.



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