Il senso di quello che avevano vissuto con Lui

Domenica 25 febbraio 2024. La Trasfigurazione, subito dopo l’annuncio della Passione, anticipa la Pasqua e svela ai discepoli Chi è veramente Gesù

di Michele Brambilla

L’Angelus del 25 febbraio si apre ricordando che «il Vangelo di questa seconda domenica di Quaresima ci presenta l’episodio della Trasfigurazione di Gesù». Papa Francesco rammenta anche che «dopo aver annunciato ai discepoli la sua Passione, Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, sale su un monte alto e lì si manifesta fisicamente in tutta la sua luce. Così svela loro il senso di ciò che avevano vissuto insieme fino a quel momento».

Il Mistero pasquale, annunciato dallo stesso Cristo e adombrato, nel suo esito glorioso, nel miracolo di cui i tre discepoli sono testimoni, è la motivazione stessa per la quale il Figlio è disceso dal cielo con l’Incarnazione. «La predicazione del Regno, il perdono dei peccati, le guarigioni e i segni compiuti erano infatti scintille di una luce più grande: la luce di Gesù, la luce che è Gesù» stesso, morto e risorto.

«Ecco il messaggio: non staccare mai gli occhi dalla luce di Gesù. Un po’ come facevano in passato i contadini che, arando i campi, focalizzavano lo sguardo su un punto preciso davanti a sé e, tenendo gli occhi fissi sulla meta, tracciavano solchi diritti»: Gesù è Colui che, con la sua Pasqua, scrive dritto sui fogli un po’ ruvidi dell’umanità. Allora, «fratelli e sorelle, apriamoci alla luce di Gesù! Lui è amore, Lui è vita senza fine. Lungo i sentieri dell’esistenza, a volte tortuosi, cerchiamo il suo volto, pieno di misericordia, di fedeltà, di speranza. Ci aiutano a farlo la preghiera, l’ascolto della Parola, i Sacramenti», insiste il Pontefice. 

Il Papa, a proposito di pagine “nere” della storia umana, non può dimenticare che «ieri, 24 febbraio, abbiamo ricordato con dolore il secondo anniversario dell’inizio della guerra su vasta scala in Ucraina. Quante vittime, feriti, distruzioni, angustie, lacrime in un periodo che sta diventando terribilmente lungo e di cui non si intravvede ancora la fine». Francesco ritiene che sia «una guerra che non solo sta devastando quella regione d’Europa, ma che scatena un’ondata globale di paura e odio. Mentre rinnovo il mio vivissimo affetto al martoriato popolo ucraino e prego per tutti, in particolare per le numerosissime vittime innocenti, supplico che si ritrovi quel po’ di umanità che permetta di creare le condizioni di una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura», lì come in altri contesti.

Dopo aver richiamato anche il conflitto in Terra Santa, il Santo Padre denuncia, infatti, le nuove tensioni in Congo, «auspicando la cessazione degli scontri e la ricerca di un dialogo sincero e costruttivo». Inoltre, «destano apprensione i sempre più frequenti rapimenti che si verificano in Nigeria» ai danni di molti religiosi cattolici e non solo.

«Sono vicino pure alla popolazione della Mongolia, colpita da un’ondata di freddo intenso», ma anche oggetto, giusto pochi mesi fa, di un viaggio apostolico che il Papa porta nel cuore. 

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