Il grido del Pontefice per la pace

Domenica 15 ottobre 2023. Papa Francesco intima il suo «basta!» alla più volte denunciata “terza guerra mondiale a pezzetti”

di Michele Brambilla

Papa Francesco introduce l’Angelus del 15 ottobre spiegando che «il Vangelo oggi ci parla di un re che prepara un banchetto di nozze per suo figlio (cfr Mt 22,1-14). È un uomo potente, ma è soprattutto un padre generoso, che invita a condividere la sua gioia. In particolare, rivela la bontà del suo cuore nel fatto che non costringe nessuno, ma invita tutti, anche se questo suo modo di fare lo espone alla possibilità di un rifiuto», come infatti accade. «Ma un banchetto nuziale richiede da parte nostra tempo e coinvolgimento»: è questo il significato della richiesta dell’abito nuziale che conclude la parabola. «Sant’Agostino usa un’espressione molto bella al riguardo, dicendo: “Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te” (Sermo CLXIX, 13). E non certo perché non ne abbia la capacità – è onnipotente! – ma perché, essendo amore, rispetta fino in fondo la nostra libertà», commenta il Pontefice.

«Fratelli e sorelle, quante volte non ci curiamo dell’invito di Dio perché intenti a pensare alle nostre cose», chiede il Santo Padre, osservando che «spesso si lotta per avere il proprio tempo libero, ma oggi Gesù ci invita a trovare il tempo che libera: quello da dedicare a Dio, che ci alleggerisce e risana il cuore, che accresce in noi la pace, la fiducia e la gioia, che ci salva dal male, dalla solitudine e dalla perdita di senso». Per questo «continuo a seguire con tanto dolore quanto accade in Israele e in Palestina. Ripenso ai tanti…, in particolare ai piccoli e agli anziani. Rinnovo l’appello per la liberazione degli ostaggi e chiedo con forza che i bambini, i malati, gli anziani, le donne e tutti i civili non siano vittime del conflitto».

L’appello del Pontefice è articolato, dato che si preoccupa anche che «si rispetti il diritto umanitario, soprattutto a Gaza, dov’è urgente e necessario garantire corridoi umanitari e soccorrere tutta la popolazione», ed è suggellato dal grido: «Per favore, non si versi altro sangue innocente, né in Terra Santa, né in Ucraina o in qualsiasi altro luogo! Basta! Le guerre sono sempre una sconfitta, sempre».

Riecheggia la denuncia, più volte portata avanti da Francesco, di una “terza guerra mondiale a pezzetti”, a cui la Santa Sede si oppone globalmente. Non sfuggano, infatti, le parole spese anche per la crisi armena «nel Nagorno-Karabakh. Oltre che per la situazione umanitaria degli sfollati – che è grave -, vorrei rivolgere anche un particolare appello in favore della protezione dei Monasteri e dei luoghi di culto della regione. Auspico che a partire dalle Autorità e da tutti gli abitanti possano essere rispettati e tutelati come parte della cultura locale, espressioni di fede e segno di una fraternità che rende capaci di vivere insieme nelle differenze».

Come ormai noto, il Patriarcato di Gerusalemme ha indetto per il 17 ottobre una giornata speciale di preghiera e digiuno per la pace in Terra Santa: vi stanno aderendo anche gli episcopati di altre nazioni. Per parte sua, il Papa ricorda che «la preghiera è la forza mite e santa da opporre alla forza diabolica dell’odio, del terrorismo e della guerra. Invito tutti i credenti ad unirsi alla Chiesa in Terra Santa e a dedicare martedì prossimo, il 17 ottobre, alla preghiera e al digiuno».

Il Pontefice ci tiene però ad aggiungere che «esprimo la mia vicinanza alla Comunità ebraica di Roma, che domani commemora l’ottantesimo anniversario del rastrellamento nazista». Il 16 ottobre 1943 avvenne, infatti, il terribile rastrellamento degli ebrei residenti nel Ghetto di Roma, che furono deportati a migliaia nei lager oltreconfine. Come hanno dimostrato le parole “mirate” che chiudevano le rimostranze dell’ambasciata israeliana presso la Santa Sede nei confronti del primo comunicato dei patriarchi cristiani di Gerusalemme sulle stragi antiebraiche del 7 ottobre, il presunto “silenzio” di Papa Pio XII (1939-1958) nei giorni dell’occupazione nazionalsocialista continua a sollevare polemiche. Bene ha fatto, pertanto, Francesco a mostrare ulteriormente la sensibilità e la vicinanza della Chiesa alla comunità ebraica di Roma e alla sua memoria ferita, lasciando agli storici di entrare nel merito delle accuse sulle stesse pagine di Vatican News

E a proposito di grandi anniversari storici, esce, come promesso, l’esortazione apostolica su santa Teresina di Lisieux (1873-97), dottore della Chiesa, patrona delle missioni. 

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