Domenica 11 giugno 2013

«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Gv 6,51-58).
Il popolo eletto, a causa della sua durezza di cuore e infedeltà al Signore, dovette sperimentare nel deserto l’amarezza dei castighi. In tal modo però Dio non abbandonava i suoi eletti figli, anzi li educava a riconoscere la loro dipendenza da Lui e la necessità delle sue cure di Padre amorevole, misericordioso e giusto. Con la sua venuta sulla terra, il Figlio di Dio, Gesù Cristo, portava a compimento l’opera della misericordiosa giustizia del Padre. Pur essendo innocente si faceva condannare a morte per espiare i peccati delle disobbedienze di tutti. Realizzava sulla Croce il Sacrificio dell’Amore fino al dono totale del suo Corpo e del suo Sangue, segno della sua obbedienza infinita. Così cancellava l’offesa fatta a Dio dalla disobbedienza dell’umanità e perdonava tutti indistintamente: Padre, perdona loro perché non sanno quel che essi fanno. Trionfano ormai per sempre la giustizia e l’Amore. Tutti possiamo essere rinnovati nella giustizia e nella santità vera del Figlio di Dio. Per questo motivo Gesù, in quella notte in cui gli uomini tramavano per farlo morire, istituì l’Eucaristia, il Sacramento del Sacrificio del suo Corpo e del suo Sangue, la Santa Messa, e comandò di celebrarla per sempre: “Prendete e mangiatene tutti. Questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi. Prendete e bevetene tutti. Questo è il Calice del mio Sangue, per la Nuova ed Eterna Alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me”. Già prima Gesù, quando parlava con le folle che lo seguivano dimenticando persino di mangiare, non solo sfamava tutti facendo i miracoli della moltiplicazione dei pani, ma insisteva a convincerli che un giorno si dovevano nutrire di Lui. Diceva infatti: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». E poiché notava il loro scetticismo infastidito ed ostile ribadiva semplicemente e chiaramente, nonostante l’incipiente abbandono di tanti, «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui». Anche oggi, come allora, davanti a Gesù, vivo e vero non solo in cielo, ma anche nel SS. Sacramento dell’Eucaristia in ogni S. Messa e in ogni Chiesa nel Tabernacolo, vi sono vari atteggiamenti. Gesù è Lì, Corpo, Sangue, Anima e Divinità, nostro Dio in Sacramento. Qual è il nostro comportamento? Oggi, Solennità del Corpus Domini, e poi sempre, cominciando dalla attesa settimanale ben preparata della Celebrazione della S. Messa, diciamo a noi stessi come dicevano i martiri di Abitene (304): “senza la Domenica non possiamo vivere”. Infatti, gli ebrei potevano affrontare le asperità del deserto grazie a Dio che dava loro il pane, la manna dal cielo. Anche noi rischiamo di trovarci, come spiegava Benedetto XVI, nel deserto provocato dal “consumismo sfrenato, dall’indifferenza religiosa e da un secolarismo chiuso alla trascendenza”. Abbiamo bisogno della Domenica in cui ci viene donata la gioia della vita nuova di Cristo risorto che ci introduce, donandoci il suo stesso Corpo e Sangue, nel nuovo giorno della Creazione e ci abilita a vivere nella gioia come fratelli e sorelle capaci di edificare fra noi la necessaria e urgente nuova civiltà, nell’Amore dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria. E dunque nei tempi belli, perché no, tutti spargiamo ancora con gioia e amore i bei petali di fiori al passaggio di Gesù SS.mo Sacramento cantando “oggi e sempre sia lodato, nostro Dio sacramentato…”.  

Comments are closed.