Una memoria oltre il tempo

Domenica 2 novembre 2025. L’eternità non è un continuo succedersi di giorni, ma un’immersione completa nell’amore di Dio. Ricordare i propri defunti nella Messa, che è la rinnovazione sacramentale del sacrificio pasquale di Cristo, è quindi permettere al futuro glorioso che ci attende di superare già ora le pareti create dalla nostra condizione di peccato

di Michele Brambilla

Ricollegandosi ai temi delle udienze che sta tenendo al mercoledì, Leone XIV ribadisce, nell’Angelus del 2 novembre, che «la risurrezione dai morti di Gesù, il Crocifisso, in questi giorni di inizio novembre illumina il destino di ognuno di noi. È Lui stesso ad avercelo detto: «Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno» (Gv 6,39). Così, è chiaro il centro delle preoccupazioni di Dio: che nessuno sia perso per sempre, che ciascuno abbia il suo posto e brilli nella sua unicità». «È il mistero che ieri abbiamo celebrato nella Solennità di tutti i Santi: una comunione delle differenze che, per così dire, allarga la vita di Dio a tutte le figlie e i figli che hanno desiderato farne parte»: in proposito, il Papa cita nuovamente Benedetto XVI, per il quale «l’espressione “vita eterna” vorrebbe dare un nome a questa attesa insopprimibile: non una successione senza fine, ma l’immergersi nell’oceano dell’infinito amore, nel quale il tempo, il prima e il dopo non esistono più. Una pienezza di vita e di gioia: è questo che speriamo e attendiamo dal nostro essere con Cristo (cfr Lett. enc. Spe salvi, 12)».

In effetti, non è facile immaginare l’eternità e c’è il pericolo che qualcuno la consideri un succedersi infinto di attimi sempre uguali, ma è perché in vita continuiamo a ragionare secondo i parametri di coloro che vivono nel tempo, mentre nell’aldilà saremo fuori dal tempo cronologico. 

«Così, la Commemorazione di tutti i fedeli defunti ci porta il mistero ancora più vicino. La preoccupazione di Dio di non perdere nessuno, infatti, la conosciamo dall’interno ogni volta che la morte sembra farci perdere per sempre una voce, un volto, un mondo intero. Ogni persona, infatti, è un mondo intero. Quella di oggi, dunque, è una giornata che sfida la memoria umana, così preziosa e così fragile» proprio perché condizionata dal tempo. E’ difficile crederlo da quaggiù, ma davvero in Dio nulla e nessuno va perso, «persino chi nessuno ricorda, anche chi la storia sembra avere cancellato». Questo perché «Gesù, la pietra che i costruttori hanno scartato, ora è pietra angolare (cfr At 4,11). Ecco l’annuncio pasquale. Per questo i cristiani ricordano da sempre i defunti in ogni Eucaristia, e fino ad oggi chiedono che i loro cari siano menzionati nella preghiera eucaristica», che è il momento della celebrazione in cui si ripete realmente, sotto le forme sacramentali, il Sacrificio redentore. 

«La visita al cimitero, in cui il silenzio interrompe la frenesia del fare» così tipica di chi vive con una prospettiva meramente orizzontale, «sia dunque per tutti noi un invito alla memoria e all’attesa. “Aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà”, diciamo nel Credo. Commemoriamo, dunque, il futuro. Non siamo chiusi nel passato, nelle lacrime della nostalgia. Nemmeno siamo sigillati nel presente, come in un sepolcro. La voce familiare di Gesù ci raggiunga, e raggiunga tutti, perché è la sola che viene dal futuro», un futuro che conosciamo perché è già iniziato 2000 anni fa, quando un Crocifisso si è ridestato dai morti. 

E’ con questa luce negli occhi che il Papa condanna tutte quelle violazioni della dignità umana che offendono la pace desiderata dal Signore per ciascuno di noi. Il Pontefice denuncia, infatti, le stragi che stanno avvenendo in Sudan, dove non si contano «violenze indiscriminate contro donne e bambini, attacchi ai civili inermi e gravi ostacoli all’azione umanitaria». La comunità internazionale è accoratamente sollecitata ad intervenire. Una preghiera anche per la Tanzania, «dove, dopo le recenti elezioni politiche, sono scoppiati scontri con numerose vittime».

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