L’amore che ci dona la vita eterna

Domenica 13 luglio 2025. Il Paradiso si eredita amando i fratelli sulla terra e facendo il proprio dovere con umiltà, al servizio di Dio e della patria, come dice il Papa nell’Angelus del 13 luglio

di Michele Brambilla

Il primo Angelus di Papa Leone XIV a Castel Gandolfo, alle 12.00 di domenica 13 luglio, mette al centro «una bellissima domanda posta a Gesù: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” (Lc 10,25)». Le parole di quella domanda «esprimono un desiderio costante nella nostra vita: il desiderio di salvezza, cioè di un’esistenza libera dal fallimento, dal male e dalla morte».

Il Santo Padre precisa che nel Vangelo «ciò che il cuore dell’uomo spera viene descritto come un bene da “ereditare”: non si tratta di conquistarlo con la forza, né di implorarlo come servi, né di ottenerlo per contratto. La vita eterna, che Dio solo può dare, viene trasmessa in eredità all’uomo come dal padre al figlio», puntualizza il Pontefice. Con il Battesimo ogni cattolico diventa “figlio nel Figlio”, si usa dire nella teologia sacramentaria. 

«Ecco perché alla nostra domanda Gesù risponde che per ricevere il dono di Dio bisogna accogliere la sua volontà», che si radica nel duplice comandamento «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore» e «il tuo prossimo come te stesso» (Lc 10,27; cfr Dt 6,5; Lv 19,18). Non ci sono automatismi, ma una vicendevole dinamica d’amore: amiamo come Lui ci ha amati per primo e, «così facendo, corrispondiamo all’amore del Padre: la volontà di Dio, infatti, è quella legge di vita che Dio per primo pratica verso di noi, amandoci con tutto sé stesso nel Figlio Gesù», ribadisce il Papa. Cristo ci indica un «amore che si dona e non possiede, amore che perdona e non pretende, amore che soccorre e non abbandona mai. In Cristo, Dio si è fatto prossimo di ogni uomo e di ogni donna: perciò ciascuno di noi può e deve diventare prossimo di chi incontra lungo il cammino». 

«Per vivere in eterno, dunque, non occorre ingannare la morte», come si tenta di fare troppo spesso al giorno d’oggi, «ma servire la vita, cioè prendersi cura dell’esistenza degli altri nel tempo che condividiamo. Questa è la legge suprema, che viene prima di ogni regola sociale e le dà senso», rendendo possibile anche il martirio. 

Significative, in proposito, le parole che Leone XIV rivolge agli allievi della Scuola militare dei Carabinieri di Velletri, rimarcando che essa è «intitolata al Venerabile Salvo D’Acquisto», di cui è noto il sacrificio per preservare i civili che era chiamato a tutelare durante la Seconda guerra mondiale. «Saluto il Comandante assieme agli Ufficiali e Sottoufficiali, e vi incoraggio a proseguire il vostro percorso di preparazione al servizio della Patria e della società civile», rimarca il Santo Padre, chiedendo poi «un forte applauso per quelli che servono» i fratelli anche in questo modo.

Si incontra una storia di martirio nel servizio ai fratelli anche nella vita di «Licarione May (al secolo Francesco Beniamino), Frate dell’Istituto dei Fratelli Maristi delle Scuole, ucciso nel 1909 in odio alla fede» e beatificato a Barcellona sabato 12 luglio. «In circostanze ostili», causate dalle stesse forze politiche che scateneranno tutta la loro violenza anticattolica nella guerra civile del 1936-39, il beato Licarione «visse con dedizione e coraggio la missione educativa e pastorale. La testimonianza eroica di questo martire sia di stimolo per tutti, in particolare a quanti operano per l’educazione dei giovani». Una seconda menzione d’onore va, infatti, alle tante «iniziative che si svolgono con i bambini e i ragazzi e vorrei ringraziare gli educatori e animatori che si dedicano a questo servizio» non solo d’estate. Il Papa ne ha potuto incontrare una rappresentanza durante la Messa celebrata in mattinata nella chiesa parrocchiale di Castel Gandolfo, ricevendo un dono anche dai ragazzi che frequentano l’oratorio estivo. Nel contesto dell’Angelus «desidero ricordare l’importante iniziativa del Giffoni Film festival, che raccoglie ragazze e ragazzi da tutto il mondo e quest’anno sarà dedicata al tema “Diventare umani”». Realizza pienamente la sua umanità chi impara ad amare e servire come Gesù.

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