8 dicembre, l’omelia del Vescovo

L’omelia di Mons. Giovanni Santucci in occasione dell’Ordinazione diaconale di Emanuele Borserini

0128-DiaconatoNel Cuore dell’Avvento celebriamo la solennità della Immacolata Concezione di Maria. Maria, scelta per essere la Madre del Signore Gesù, il Figlio di Dio che diventa uomo, è preservata dal peccato originale. È piena di grazia, fino al suo concepimento. Questa predilezione di Dio sarà manifestata il lei in seguito, lo rivelerà l’annunciazione, ma fin dal primo momento della sua esistenza, Maria è piena di Grazia. Guardiamo il misterioso agire di Dio in Maria e pensiamo all’agire di Dio in noi. Ecco la visione di Paolo nella lettera agli Efesini. È un agire amoroso di predilezione. Dio ci ha benedetti in Cristo prima della creazione del mondo. Santi e immacolati nella carità, figli adottivi, eredi per essere lode della sua gloria, perché abbiamo sperato in Cristo. In Maria, in noi, si compie la promessa fatta da Dio ad Adamo ed Eva nel momento della loro condanna: la vittoria sul male. Ci sarà inimicizia tra l’uomo e il demonio, tra il serpente antico e la donna e la sua discendenza, cioè noi ma alla fine la donna gli schiaccerà il capo. Vinceremo quindi il demonio, il male. Ma come si vince il male? C’è un solo modo che ci insegna la Scrittura: il male si vince con il bene. Non ci sono ricette, non ci sono scorciatoie, non ci sono miracoli. L’impegno, la dedizione, la preghiera, i sacramenti rendono sempre più forte la nostra unione con Gesù che ha vinto il male, ha vinto la morte. Dobbiamo guardare a Maria e come Lei accogliere la volontà di Dio, vivere da servi del Signore perché in noi si compia la parola del Signore.

0169-DiaconatoLa risposta di Maria all’angelo annunziante, a Dio che le parlava attraverso l’angelo, diventa oggi la tua risposta: “Eccomi, sono, sarò il servo del Signore”. la tua vocazione al servizio diventa chiamata da parte della Chiesa: è l’autentica che viene data alla tua vocazione e, attraverso il sacramento, questa chiamata diventa missione. Questo è l’impegno di tutti di discepoli di Gesù.  Quanto san Paolo dice agli Efesini, diventa per te vita, esperienza, ministero. La consapevolezza dei nostri limiti, l’esperienza del nostro peccato non ci impedisce di donare ogni risorsa, ogni capacità al Signore che ci chiama e ci manda, perché la sua volontà si compia. Ai servi è chiesto che siano fedeli. Nulla da oggi sarà più tuo. Le tue cose, il tuo tempo, tu stesso non ci sono più. Occorre vigilare perché il cuore sia libero di amare il Signore e la sua Chiesa, senza riserve. Sii distaccato e povero, niente è tuo se sei davvero al servizio dei fratelli. E la tua fede diventi annuncio, testimonianza,serena e gioiosa di una scelta di vita che è talmente grande che un po’ spaventa. Non mancheranno momenti di stanchezza, di delusione, di scoraggiamento. Il Signore ti chiama al suo servizio così come sei, ma c’è una convinzione profonda: tutto posso in colui che mi dà la forza. Ripensa a Pietro nel momento in cui confessa di essere un peccatore, sulla barca dopo la pesca: è allora che Gesù lo chiama ad essere pescatore di uomini.

 Giovanni Santucci

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