Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno” (Mt 16,24-38).
I trascinatori di gente al loro seguito o influencers vari impiegano linguaggi accattivanti più o meno seducenti o ingannevoli per raccogliere adesione e sostegno ai loro progetti, che poco o nulla hanno a che vedere con il vero bene dei destinatari. Al contrario si esprime Gesù, che è il Salvatore venuto per liberare chi crede in lui dalla schiavitù del nemico della natura umana e dunque dalla miseria del peccato, cioè dalla separazione da Dio rappresentata dalla chiusura in se stessi. Le sue parole suonano drammatiche e responsabilizzanti, volte a suscitare il necessario impegno della libertà della mente a del cuore delle persone, per intraprendere con lui il cammino della riparazione per il perdono dei peccati commessi.
Ecco le condizioni poste da Gesù dopo aver rimproverato Pietro che, certamente per ignorante presunzione e non per deliberata avversione, cercava di deviare il Maestro dalla via della croce per ottenere la gloria. Gesù spiega chiaramente che non è facile seguirlo poiché chi lo desidera deve rinnegare se stesso e prendere la sua croce. Deve essere disposto a perdere la propria vita, perché solo chi la perde per amore suo la troverà nuovamente in condizioni di gloria. Chi invece la conserva, rifuggendo la gioia del dono di sé nell’esperienza della sobrietà e della mortificazione, la perderà. Gesù non illude chi vuol diventare liberamente suo discepolo promettendogli trionfi e gloria in questo mondo. Però promette che non resterà deluso chi s’incammina volentieri con lui sulla via necessaria della croce, che certamente condurrà alla gloria della vittoria sul peccato e sulla morte.
Questa prospettiva tipicamente evangelica ha santificato le generazioni cristiane ed ha migliorato il mondo. Ed è ben per questo che noi continuiamo a resistere con la dottrina e la vita all’inganno di una certa mentalità liberale, che diventa libertina e produce libertinismo nella vita privata e in quella sociale. Ancora una volta comprendiamo l‘inganno perpetrato dagli insinuatori-rivendicatori di “libertà” o “diritti” impossibili perché contro natura. E combattiamo contro la sempre vecchia diabolica pretesa ideologica di legalizzare il male sociale, oggi anche il suicidio assistito.