Venerdì, 12 settembre 2025

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,  perché ha guardato l’umiltà della sua serva”. (Lc 1, 3.9-48)


Oggi, venerdì della XXIII settimana per annum, cogliamo volentieri la possibilità, consentita dalle attuali norme liturgiche ufficiali vigenti, di celebrare la memoria facoltativa del Ss. Nome di Maria. Nell’introduzione storica del Messale romano a questa memoria liturgica, si legge che “Il nome nella Bibbia indica l’identità e la missione di una persona”.

Il nome di Maria deriva dalle due forme con cui è giunto a noi: Maryam, dall’ebraico mar (goccia) e yâm (mare), dunque “stilla maris”- “stella maris”- “stella del mare” (rispettivamente, S. Girolamo, copisti medioevali, italiano corrente).  L’altra forma del nome di Maria, Miryâm, deriva dall’egizio mrjt con il suffisso âm e significa “amata”. L’introduzione storica suddetta opta per quest’ultima interpretazione evidenziando come Maria è “l’Amata in cui non vi è difetto” (cf. Cantico dei Cantici 4,7), «piena di grazia» come la chiama l’angelo Gabriele (Lc 1,28). Maria è pertanto l’immagine e la primizia della Chiesa, Sposa che la grazia di Dio ha trasformato da «non amata» in «amata» (cf. Osea 1,6; 2,3).

In questo Anno Santo, Giubileo della Speranza, possiamo mettere insieme le due interpretazioni focalizzandole sul Nome di Maria che assume innumerevoli titoli, tra i quali, con il recente Magistero, notiamo quelli molto attuali di Madre della Sapienza e Madre della Speranza.

La Beata Vergine Maria, da sempre Amata da Dio, iniziava a contemplare e a ricevere sempre più la Sapienza del Verbo incarnato, da lei nato nella pienezza dei tempi. L’Amata dal Signore diventava così la Speranza dell’umanità, la “maris Stella” che illumina con la luce di Cristo suo Figlio il cammino oscuro dell’umanità e nei tempi bui la sostiene, le infonde coraggio, la difende dal nemico della natura umana indicandole il retto cammino da intraprendere (Spe Salvi 49).

Dunque non è semplicemente casuale il richiamo della notizia storica del Messale Romano secondo cui la celebrazione liturgica odierna “fu introdotta in tutta la chiesa occidentale da Innocenzo XI dopo la vittoria sui Turchi a Vienna, avvenuta il 12 settembre 1683”. E un semplice cappuccino con il cornetto come colazione al bar, magari dopo la S. Messa, ci aiuta a consolidare e dilatare la memoria delle radici cristiane dell’Europa tanto care ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria. Naturalmente le necessarie interessanti spiegazioni, storicamente attendibili, non mancano in internet: basta farne ricerca con le parole chiave “marco-d’aviano-cornetto-cappuccino”.

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