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Sabato, 19 luglio 2025 – Opus Mariae Matris Ecclesiae

Sabato, 19 luglio 2025

In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni». (Mt 12, 14-21)


Gesù non si è mai cercato il martirio, come certe forme religiose, in cui, mancando la risurrezione della carne, si affida la sopravvivenza alla fama dovuta ad una morte eroica.
La vita in Cristo è quella perla preziosa e cara al Padre, per cui tenta sempre di salvarsi. Salvo quando giunse l’ora di rendere gloria al Signore. Come avviene per ciascuno. Le parole del profeta Isaia ci portano a valorizzare il quotidiano, con tutte le apparentemente piccole azioni che facciamo in casa e sul lavoro che, viste nell’insieme fanno una grande giornata cristiana. Tanti gesti, che se sono vissuti domandando conferma a Gesù, addestrano ai sentimenti legati allo Spirito Santo e producono la grande vigilanza del cuore, come è insito nelle parole di Isaia: “Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce. La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante”.

Emerge ciò che di più bello e grande si è visto al mondo: la persona stessa del Salvatore. E’ lo stile sobrio, governato, solenne, signorile di chi non ha bisogno di litigare, gridare, colpire, usare violenza. È lo stile di chi sa valorizzare il mistero dell’esistenza di ogni ente creato dal Padre. Anche ciò che appare quotidiano e scontato, parla di Dio. La fortezza a cui si allena Gesù è quella che mostra sulla croce, dove spende parole meravigliose di uomo libero e consolato, ed è completamente affidato a Dio.   Egli fa spazio alla debolezza, per cui si appoggia al Padre, che la eleva a strumento di salvezza e fortezza. Ogni uomo da Dio riceve una missione da compiere. Ma ogni compito ha una croce corrispondente. Grande fu la responsabilità di Maria nell’essere madre del Redentore. Per questo motivo nessuno ha portato una croce superiore alla sua.  

Gesù prima di affrontare la Sua passione cerca di fare tutto il bene che può: “Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, ordinando loro di non divulgarlo”. Egli fa il bene non per farsi pubblicità, ma come necessità di chi sa che l’amore vero è quello fatto nel segreto dell’anima, dove Dio conferma e sostiene. I suoi miracoli non erano eventi compiuti solo per attirare gente a sé. Erano la prova che Egli prendeva a cuore il dolore di ciascuno, le storie singole di ognuno, il dettaglio di ogni volto.