Mercoledì, 3 dicembre 2025

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». (Lc 10, 21-24)


La ricerca di Dio può durare la vita intera ma l’orgoglio insuperato rimane una diga invalicabile e si finirà sempre per dire che Dio non c’è. L’onnipotente creatore non concede nulla ai superbi, colmi di autosufficienza. Si rivela solo a chi riconosce la propria precarietà che possiamo così sintetizzare: “hai certezza della morte ma non sai nulla della data in cui avverrà”. Dio si rivela solo a chi piega le ginocchia. I farisei non riuscirono mai a vedere un’opera di salvezza, innanzi ad un messia che valorizzava la storia e la nostra quotidianità, al punto da condurre la sua vita dentro una bottega da falegname. Lo studio intenso e approfondito è una gioia nella verità se applicato ad un cuore umile, altrimenti prevale la “scienza che gonfia”. Gli umili e i piccoli citati in questo brano sono coloro che hanno percezione chiara e soprattutto sono congruenti – cioè non fuggono – innanzi ai loro limiti. Sanno di essere creature e non creatori di loro stessi. L’orgoglio porta fino ad atti di auto-venerazione. L’umiltà è indispensabile per rivolgersi alla grande causa che sostiene e dona la vita e che a tempo debito mostra il suo volto di Padre che ascolta, risponde, esaudisce e protegge. Soltanto la luce del Padre è adeguata per poter riconoscere il Dio Figlio, in Gesù.

Chi è il Figlio di Dio se non il Dio che si è umiliato? E’ Dio che ti accoglie così come sei. Valorizza tutto quanto c’è in te di retto. Ti propone un’altra maniera di vivere, a partire dalla sofferenza dovuta ai tuoi peccati, cioè da quel lato sensibile che sempre è presente nei peccatori, a cui manca sempre la pace delle anime della Chiesa Cattolica. L’umiltà si appropria del cuore di Dio che ama farsi sottrarre il paradiso.

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