Martedì, 11 novembre 2025

In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». (Lc 17, 7-10)


E’ celeberrima l’attribuzione di “servi inutili”. Affermiamo ora una cosa un po’ inconsueta: al termine questo testo dice quello che Dio ci dà da fare, che è poi il servizio legato alla fede. L’idea è di essere inutile. Ne esce il concetto molto umile di “non essere imprescindibile”. Inutile vuol dire: colui che non ha utile, dal termine greco a-creios, che vuol dire colui che non ha diritto al salario. La “a” è un privativo. Quindi, non mi si deve pagare, non ho diritto al salario, per questo siamo servi inutili. Infatti si dice: “siamo servi che non devono essere pagati”, perché abbiamo fatto quanto dovevamo. Capiamo che la ricompensa della fede è la fede stessa e non c’è bisogno di avere una quantità di risultati. Non abbiamo bisogno di essere pagati per vivere la vita della fede. E’ la vita della fede che ricompensa a sé stessa. Vivere le cose di Dio e lavorare nella sua vigna è già salvezza. La costanza lavorativa ti viene di per sé donata nella fede. La chiesa è piena di anime che  “servono” e poi fanno rimostranze, presentano il conto e i loro diritti. Allora siamo di fronte a persone che non hanno ricevuto da Dio la vera ricompensa, perché il loro servizio non è puro innanzi al Signore, sono come dei mercenari e fanno un servizio interessato. Cercano dagli uomini i riconoscimenti di questo mondo, anche se sono nella chiesa.. La vera ricompensa è il servizio. Quel servizio che Dio ci dà da fare è il nostro tesoro. “Predicare il vangelo! come potrei vivere senza evangelizzare. Dio ama chi dona con gioia”(2Cor). Cioè ama colui che dà volentieri, colui che dà, essendo felice di dare. Noi abbiamo un esercito di cristiani con la busta paga in mano. Vogliono il pagamento dei loro atti di fede e questo è essere ingannati sulla fede. Vivere servendo Iddio, vivere potendo fare le cose belle che Dio ci dà da fare, questo è il grande dono del Padre! Ma che altro dobbiamo chiedere!? Poter servire l’unico che merita di essere servito. Andare a letto la sera potendo dire: “Ho compiuto la mia missione. Cosa voglio di più dalla vita. La fede è vivere così”.

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