In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». (Mt 18, 1-5.10)
Una delle grandi verità contenuta nel presepe di Betlemme è lo scopo dato all’infanzia. Questo bambino sarà il vostro salvatore, dicono gli angeli ai pastori, invitandoli ad andare alla grotta della sacra famiglia. Un bimbo che nasce ha uno scopo, per cui Dio lo ha creato e per cui va educato. E’ tutt’altro che un barbaro che non conosce la legge d’Israele, da educare con la bacchetta del pedagogista fariseo. Dio dunque si fece bimbo per noi. Su ogni bambino che nasce vi è il riverbero del bimbo di Betlemme. Ogni bambino chiede il nostro amore. Pensiamo a quei bambini a cui è rifiutato l’affetto dei genitori. Ai bambini di strada che non hanno la cura del focolare domestico. Ai bambini usati brutalmente come soldati e resi strumento di violenza, anziché portatori di contatto umano e di pace, come sempre accade quando si vede una madre con un bimbo in braccio; è più agevole il saluto, come le parole di congratulazioni e d’affetto. Ai bambini che mediante l’industria della pornografia e di tutte le altre forme abominevoli di abuso, vengono feriti nel profondo della loro anima. Il Bambino di Betlemme è un nuovo appello rivolto a noi a fare tutto quanto è possibile affinché termini il calvario di questi bambini.
Per Santa Teresa di Lisieux il bambino era un esempio di perfezione, e la sua piccola via di santità è divenuta un programma per tutti coloro che la seguono. Scrive lei stessa di come fosse particolarmente matura fin da bambina e riflettesse su problemi spirituali. Era però in grado solo di fare piccole cose, legate alla sua età. Comprese la grande differenza che c’è tra la perfezione e il modo in cui la si esprime. La perfezione è l’amore: il grande amore costituisce la grande santità. Ma un amore grande non si esprime per forza con grandi atti. Un bambino riesce ad esprimere un grande affetto con piccoli gesti. In questo senso Teresa voleva restare piccola per tutta la vita, la piccola figlia di Dio che esprime il suo amore per il Salvatore nelle piccole azioni della vita quotidiana. Chi ha avuto a che fare con la catechesi dell’infanzia sa che i bambini sono sempre assai entusiasti di Gesù. Lo scandalo viene dato dagli adulti, nell’andare spesso a intiepidire la fede di questi piccoli e a corromperla.
Soltanto attraverso la conversione dei cuori e il cambiamento nell’intimo dell’uomo può essere superata la causa di tutto il male che vediamo oggi, soprattutto nelle cliniche abortiste, dove il maligno regna. Solo se cambiano gli uomini, cambia il mondo e, per cambiare, gli uomini hanno bisogno della luce proveniente da Dio, di quella luce che in modo così inaspettato è entrata nella nostra notte.