Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città (Mt 10, 7-15).
I discepoli ricevono da Gesù, insieme ai contenuti del messaggio da portare a tutti, anche un codice ben preciso di comportamento da tenere nel servizio dell’evangelizzazione. Essi sanno che il regno di Dio è già presente e lo devono proclamare e realizzare gratuitamente con le loro parole ed opere. Gesù vuole che lo stile dei suoi missionari sia improntato alla sobrietà della vita e alla serena fiducia di avere sempre il necessario per il loro personale sostentamento con l’affidamento alla provvidenziale ospitalità, fonte di sicura libertà per il ministero da effettuare.
L’annuncio della pace di Cristo che sollecita la conversione e il perdono dei peccati (cfr. Lc 24,47) talora sarà rifiutato da chi non ne vuole avere la dignità. E il missionario avrà cura di non essere connivente con tale gravissima e colpevole resistenza alla grazia di Dio, ben sapendo che sarà terribile la condanna nel giudizio finale.
La provvidenziale attualità di questa deontologia missionaria non sfugge alla coscienza di ognuno di noi evangelizzatori dei nostri giorni. Avvertiamo tutti, come cristiani impegnati nella comunità ecclesiale e nelle istituzioni sociali e civili, la fecondità e l’efficacia della gratuità del servizio missionario quale garanzia della libertà di dire e testimoniare il Vangelo, evitando il rischio di penose ritorsioni. La sobrietà suscita, più o meno nel lungo periodo, un atteggiamento di apertura e di disponibilità all’accoglienza del Vangelo fonte della pace dell’anima, impossibile a chi subisce l’inganno dell’uso disordinato dei beni che passano. La responsabilità di prendere le adeguate distanze da chi persiste nell’errore del compromesso con il male, consolida nell’apostolo il coraggio e la determinazione per continuare a predicare e cacciare i demoni della falsità e dell’inciviltà.