Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. Gesù rispose loro: “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!”. Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via.In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui (Mt 11,2-11).
Celebriamo oggi la Domenica “Gaudete” secondo le parole dell’antifona d’Ingresso della S. Messa: “Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto: rallegratevi. (…). Il Signore è vicino!” (Fil 4,4-5). A questo punto del cammino d’Avvento, chi è con il Signore e vigila nella preghiera, ossia si prepara a consolidarsi nel rapporto personale con lui, sente già la gioia della sua vicinanza e avverte il desiderio di conoscere meglio il Signore che viene. Possiamo dire che Giovanni Battista viveva, a suo modo, questa medesima esperienza spirituale. Egli, come apprendiamo dai Vangeli, aveva ricevuto il dono di gioire intensamente quand’era ancora nel seno materno davanti al Messia portato in grembo a casa sua da Maria in visita alla cugina Elisabetta. L’aveva indicato presente in mezzo alle folle, in penitenza per il perdono dei peccati, come l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo dichiarando pubblicamente la propria umile sottomissione. Gesù, da parte sua, accoglie la bella testimonianza di fede di Giovanni e spiega perché è il più grande fra i nati di donna. Innanzitutto non è un opportunista che cambia secondo lo spirare del vento della convenienza. Non è uno che s’immerge nel lusso avvolgendosi nei paludamenti della vana esteriorità fine a sé stessa. Giovanni è piuttosto un profeta, anzi più che un profeta, essendo il messaggero inviato a preparare le sue vie (Mal 3,1; Es 23,20). Gli manca solo l’ingresso nel regno messianico in cui già entrano i poveri di ogni provenienza, i piccoli, che credono in lui e non si scandalizzano del Messia che va incontro al dono totale di sé sulla croce per la loro salvezza. Efficacissima catechesi quella di Gesù anche per il Battista che di lì a poco, lungi dallo scandalizzarsi, entrerà nel sacrifico dell’Amore di Cristo donando la vita, senza opporre resistenza alla violenza degli uccisori nel carcere.
Per l’ormai vicina celebrazione del S. Natale, chiediamo al Signore la grazia e la beatitudine, per intercessione della sua e nostra Madre, la Beata Vergine Maria, di stare sempre dalla parte di Gesù che dona continuamente ai suoi la gioia dell’amore alla Verità, di camminare nelle varie vie della carità verso il prossimo e di curare con regolarità e gioia la propria riforma dottrinale, culturale e spirituale. Con questa gioia teniamo gli occhi e il cuore fissi sul Bambino, il Verbo che si è fatto carne, gustiamo le magnifiche parole di S. Alfonso: “Tu dormi o Gesù mio, ma intanto il cuore non dorme no, ma veglia a tutte l’ore. Deh mio bello e puro agnello a che pensi dimmi tu? O amore immenso, a morir per te, rispondi, io penso”.