«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». (Lc 21,12-19)
I Cristiani sono stati, sono e saranno sempre perseguitati. Non c’è epoca della storia della Chiesa nella quale almeno in qualche regione del mondo le comunità cristiane non subiscano forme di inimicizia, di emarginazione, di persecuzione, incruenta e cruenta. I rapporti stabiliti costantemente dai centri di studio appositi, come la benemerita associazione “Aiuto alla Chiesa che soffre”, documentano come la violazione alla libertà religiosa colpisca prevalentemente i cristiani. E persino nell’Occidente, che si vanta di rispettare i “diritti umani” e “civili”, il Cristianesimo è attaccato da frange sempre più aggressive. Nessuno di noi è esentato da questa prova, da questa “occasione per dare testimonianza”, come dice Nostro Signore Gesù Cristo. Quale la migliore apologetica? Quella dello Spirito Santo donato dal Signore. Egli darà parola e sapienza. Le ispirazioni dello Spirito Santo hanno infatti suscitato la misurata e convincente opera apologetica dei Padri del II e III secolo, che hanno preparato la fine delle persecuzioni nell’Impero romano e la nascita della Cristianità, hanno sostenuto il sacrificio dei martiri, da sempre “seme di nuovi cristiani”, e il coraggio dei confessori che hanno consolidato la Chiesa rendendola tetragona di fronte agli avversari esterni. Nel corso dei secoli, come già nell’epoca precostantiniana, l’azione dello Spirito Santo ha sempre rinnovato l’apologetica, quella del pensiero, della parola scritta, della vita. Essa si configura, pertanto, non solo come un’azione legata alle circostanze della storia, più o meno avverse al Cristianesimo e alla sua incidenza sulla società per l’affermazione della regalità di Cristo, ma come una qualità spirituale di docilità allo Spirito Santo, datore della “sapienza”. In altre parole, la tenuta dell’apologetica, quella autentica, senza gli eccessi dell’amarezza e della timidezza, è un segnale eloquente della disponibilità delle singole anime e della Chiesa nel suo insieme alle operazioni dello Spirito Santo. Veni Sancte Spiritus, veni per Mariam!