Giovedì, 16 ottobre 2025

Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri. Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno;  perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo,  dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti,  tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Anche oggi il Vangelo registra una severa invettiva di Nostro Signore Gesù Cristo contro i farisei e i dottori della legge imputando loro due accuse: la persecuzione degli uomini mandati da Dio per educare il popolo, ossia i profeti, e il malvagio monopolio della scienza. Fermiamoci a considerare quest’ultima accusa. La scienza è uno dei doni dello Spirito Santo. Consiste nell’acquisizione delle verità soprannaturali, sotto l’impulso della Terza Persona divina. Per essere degni di questo dono occorre collaborare con lo Spirito Santo, infondendo, secondo le proprie energie e il proprio stato di vita, impegno e amore, perfezioni che San Tommaso definiva studiositas. Il demonio che tenta costantemente i figli di Dio può rovinare il dono della scienza con la superbia spirituale, con il narcisismo intellettuale, con una mentalità gnostica per cui chi più sa, si sente superiore al prossimo. Queste attitudini disoneste circolano nel mondo dove gli uomini di cultura non sono sinceramente orientati alla conoscenza della verità tutta intera ma si accontentano di verità parziali, limitate a un campo dello scibile umano, per autocompiacersi e sfruttare il loro sapere per interessi egoistici, a danno degli altri. Anche i credenti possono essere sfiorati da questo allettamento dei sensi spirituali. Nostro Signore contesta tale subdola tentazione e ricorda che chi acquisisce la scienza delle verità soprannaturali, grato per il dono, è disponibile a condividerla con il prossimo per mezzo del suo apostolato. Insegnare agli ignoranti, infatti, è una delle sette opere di misericordia spirituale. Parafrasando il monito del Signore, potremo dire che Egli loda chi “non deruba il prossimo della chiave della scienza” e si fa mediatore della verità e accompagnatore delle anime che a essa sono naturaliterorientate. Non c’è tempo per dilazioni deresponsabilizzanti: il mondo, pur tragicamente inconsapevole, è affamato della verità tutta intera in cui riposa con letizia l’intelletto.

Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri. Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno;  perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo,  dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti,  tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Anche oggi il Vangelo registra una severa invettiva di Nostro Signore Gesù Cristo contro i farisei e i dottori della legge imputando loro due accuse: la persecuzione degli uomini mandati da Dio per educare il popolo, ossia i profeti, e il malvagio monopolio della scienza. Fermiamoci a considerare quest’ultima accusa. La scienza è uno dei doni dello Spirito Santo. Consiste nell’acquisizione delle verità soprannaturali, sotto l’impulso della Terza Persona divina. Per essere degni di questo dono occorre collaborare con lo Spirito Santo, infondendo, secondo le proprie energie e il proprio stato di vita, impegno e amore, perfezioni che San Tommaso definiva studiositas. Il demonio che tenta costantemente i figli di Dio può rovinare il dono della scienza con la superbia spirituale, con il narcisismo intellettuale, con una mentalità gnostica per cui chi più sa, si sente superiore al prossimo. Queste attitudini disoneste circolano nel mondo dove gli uomini di cultura non sono sinceramente orientati alla conoscenza della verità tutta intera ma si accontentano di verità parziali, limitate a un campo dello scibile umano, per autocompiacersi e sfruttare il loro sapere per interessi egoistici, a danno degli altri. Anche i credenti possono essere sfiorati da questo allettamento dei sensi spirituali. Nostro Signore contesta tale subdola tentazione e ricorda che chi acquisisce la scienza delle verità soprannaturali, grato per il dono, è disponibile a condividerla con il prossimo per mezzo del suo apostolato. Insegnare agli ignoranti, infatti, è una delle sette opere di misericordia spirituale. Parafrasando il monito del Signore, potremo dire che Egli loda chi “non deruba il prossimo della chiave della scienza” e si fa mediatore della verità e accompagnatore delle anime che a essa sono naturaliterorientate. Non c’è tempo per dilazioni deresponsabilizzanti: il mondo, pur tragicamente inconsapevole, è affamato della verità tutta intera in cui riposa con letizia l’intelletto.

 

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