In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica». (Lc 8,19-21)
Le parole di Gesù Cristo continuano a sorprenderci: a coloro che gli riferiscono il desiderio di Maria Santissima e dei suoi parenti, soprattutto cugini o “fratelli”, secondo la consuetudine linguistica del mondo semitico, di incontrarlo, la Sua risposta assomiglia a un rifiuto. In realtà, Nostro Signore, che ha confermato la Legge dei dieci comandamenti, non intende assolutamente contestare la bontà dei legami familiari: essi appartengono, infatti, all’ordine della natura, creata da Dio, e pertanto sono e saranno sempre via di santificazione. Egli, che ha inaugurato l’ordine soprannaturale della vita di Grazia, indica, però, la superiorità dei vincoli prodotti dallo Spirito Santo nelle anime tra loro e, principalmente e primariamente, con Nostro Signore. È questa la sublime dottrina del Corpo Mistico, illustrata nel Nuovo Testamento nelle Lettere dell’Apostolo, e approfondita da vari dottori della Chiesa fino a essere stata esposta sistematicamente in una delle più belle encicliche del Venerabile Pio XII, Mystici Corporis (1943). La vita cristiana, se sempre più modellata sulla pratica della Parola di Dio, consente all’anima di raggiungere l’unione intima con Nostro Signore, sotto l’impulso dei doni dello Spirito Santo che animano le membra vive del Corpo Mistico. L’anima ha un modello esemplare, l’analogato princeps¸a cui riferirsi per progredire fino all’unione: Maria Santissima, Madre di coloro che ascoltano la Parola e la traducono in scelte e comportamenti virtuosi. La risposta di Gesù Cristo ai suoi interlocutori diventa così una perla della mariologia di ogni tempo e per ogni spiritualità, inclusa quella “controrivoluzionaria”.